LA GESTIONE DELLA MALATTIA CRONICA SUL TERRITORIO ALLA LUCE DELLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE E DEI NUOVI ASSETTI NORMATIVI: FOCUS SULLA MALATTIA DIABETICA

La focus session relativa la gestione della malattia cronica nasce con la necessità di approfondire il tema della cronicità assistenziale, una sfida in ambito territoriale che richiede quindi una modifica nell’organizzazione del sistema sanitario nazionale. Pochi giorni fa, infatti, anche il Presidente Mattarella ha sottolineato l’importanza del SSN, patrimonio prezioso da difendere e risorsa imprescindibile per l’assistenza al paziente. Come ricorda il Presidente, Dott. A. Cavaliere, questo è anche l’obiettivo di SIFO impegnato attivamente non solo nel definire nuovi percorsi organizzativi ma anche nel formare i soci ad acquisire le skills necessarie per affrontare le sfide future.

Il primo relatore della sessione è il dottor F. Enrichens di Agenas che introduce il metodo attuale di misura per valutare le azioni utili ad affrontare il problema della cronicità partendo da una riflessione su come è cambiata la cultura e l’approccio alla salute dopo il Covid-19 che ha “obbligato” ad un lavoro multidisciplinare tra operatori sanitari ospedalieri e territoriali. Proprio il lavoro in equipe ha individuato la necessità di riformare il sistema affinché problematiche risolvibili territorialmente non fossero ulteriormente gestite a livello ospedaliero incidendo negativamente sulla salute dell’individuo. Infatti, vi sono circa 600.000 giornate di degenza/anno che sono chiaramente inappropriate in quanto legate a patologie gestibili sul territorio. Il nostro modello assistenziale ha indubbiamente delle criticità che si sono palesate durante l’emergenza non solo il livello edilizio (es. l’obsolescenza dei reparti in termini strutturali e logistici) e il divario delle organizzazioni territoriali ma anche sull’assistenza sia intra- che extra-regionale. Il DM 77 prevede la nascita della Centrale Operativa Territoriale che rappresenta il fulcro organizzativo che unisce tutti i soggetti dei vari sistemi, sia i servizi che i professionisti al fine di rispondere in breve tempo alle esigenze del paziente.

Il secondo relatore invece è il Prof. G. Cirino, Presidente SIF e Direttore della SSFO dell’Università Federico II di Napoli, che invece sottolinea l’importanza di attività legate alla professionalità dei farmacisti come la riconciliazione terapeutica e l’attività di de-prescribing. La relazione vuole ricordare l’esistenza di un documento inter-societario a cui hanno partecipato diverse istituzioni tra cui SIFO che ha l’obiettivo di ottimizzare le politerapie farmacologiche tramite l’implementazione di interventi di deprescribing e medication review nei diversi setting assistenziali.

Il servizio di de-prescribing è destinato prevalentemente a soggetti che assumono più di 5 farmaci/die ed attraverso delle check-list è possibile andare a definire la reale necessità di un determinato farmaco per quel determinato paziente ed anche individuare l’insorgenza di possibili effetti collaterali dati dalle interazioni farmacologiche. Migliorare lo stile di vita può portare ad avere tutta una serie di vantaggi che sono legati anche ad un corretto utilizzo delle risorse del SSN. Con l’occasione si vuole riportare l’attenzione anche all’importanza della scelta farmacologica e alle varie interazioni che possono presentarsi nella differenza di sesso.

La sessione prosegue con la Dott.ssa F. F. Bernardi, Dirigente Farmacista afferente al dipartimento di “Politica del farmaco e dispositivi” della Regione Campania, che presenta una relazione il cui focus riguarda principalmente i dispositivi per la malattia diabetica essendo una patologia ad ampia incidenza e con una prevalenza notevole. La domanda protagonista di questa sessione è “come gestire la cronicità?” dovuta sia all’invecchiamento della popolazione, sia alla cronicizzazione di malattie in primis acute che diventano ingravescenti e si cronicizzano. Il PNR, infatti, sia ridisegnando quella che è la profilazione di una gestione della presa in carico dei pazienti in ospedale e territorio con una capillarizzazione delle cure che vede come protagonisti dell’assistenza primaria i farmacisti territoriali di comunità delle farmacie pubbliche e private, come anche i farmacisti ospedalieri, come declinato nel DM 77. Ad esempio, la questione delle cronicità nella Regione Campania da un primo rapporto indica che il 37,7% dei pazienti è cronico e focalizzando il dato sul diabete si hanno 350.000 pazienti arruolati che sono stati presi in carico utilizzando una terapia farmacologica e di questi il 73,2% ha addirittura più condizioni di comorbidità. L’aderenza si presenta quindi come il problema principale in quanto molte acutizzazioni trattate in ambito ospedaliero sono dovute proprio alla non aderenza stessa della terapia sia farmacologica, sia con i dispositivi medici. Riassumendo per governare è necessario conoscere, infatti i sistemi sanitari possono amministrare correttamente la cronicità solo se sono anche a conoscenza dei livelli di quest’ultimi nel loro territorio.

Conclude la sessione il Dott. U. Trama, Dirigente Farmacista afferente al dipartimento di “Politica del farmaco e dispositivi” della Regione Campania, che sottolinea come il farmacista sia un punto di incrocio non solo tra i vari operatori sanitari ma anche con il paziente con il fine ultimo di poter insegnare il corretto uso sia dei farmaci che dei dispositivi prescritti. In primis ciò può avvenire durante la dimissione ospedaliera ma l’impegno deve poi proseguire a livello territoriale riprendendo i cardini dell’appropriatezza terapeutica ed evitando di sfociare in un vortice di cattiva pratica clinica.

 

Denise Bazzani

 

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