ESPERIENZE INTERNAZIONALI A CONFRONTO: LA GESTIONE DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE DA GERMI MULTIRESISTENTI
- Ott 08, 2023
- By aimstaff
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Gli antibiotici e l’antibiotico-resistenza sono il punto focale della sessione. La prima relazione è del Dr. M. Bassetti, Direttore di Clinica delle Malattie Infettive presso l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, che attenziona i presenti sulla necessità di impostare efficacemente la terapia antibiotica in ambito ospedaliero. E’ importante infatti utilizzare tutti gli strumenti a disposizione affinché la terapia sia appropriata e tra questi strumenti vi sono anche, seppur da migliorare, i dispositivi diagnostici che possono aiutare il clinico ad impostare immediatamente la terapia definitiva evitando l’uso della terapia empirica. Questo approccio è importante perché in Europa vi sono circa 30.000 morti/anno per infezioni a batteri resistenti, di cui 10.000 solo in Italia. Questi numeri impressionanti indicano che nel prossimo futuro la principale causa di morte al mondo sarà per infezioni da batteri multi-resistenti. Le resistenze, infatti, sono in parte aumentate dall’uso improprio dell’antibiotico che spesso viene utilizzato nell’immediato senza sapere esattamente da quale patogeno sia causata l’infezione. Ecco che da qui ne conviene l’importanza di creare un antimicrobial stewardship costituita da operatori sanitari di diversi ambiti con lo scopo di ridurre il contagio infettivo nei vari setting assistenziali migliorando l’educazione, controllare le infezioni e utilizzare consapevolmente e con criterio le risorse a nostra disposizione. I due punti fondamentali sono: l’importanza dell’appropriatezza iniziale della terapia antibiotica e migliorare la diagnostica. Ma come? Oggi i test rapidi hanno un costo considerevole come tutte le tecnologie di progresso ma è un investimento sul paziente, un investimento necessario per evitare l’uso inappropriato di antibiotici che consentono al medico di utilizzare in prima istanza l’antibiotico innovativo, se necessario.
La sessione prosegue con l’intervento del Prof. P. Viale, che mostra un lavoro italiano da poco pubblicato che rimarca la criticità del mondo infettivologico dove in 19 ospedali italiani sono state raccolte più di 1270 batteriemie e di queste il 43% sono causate da batteri resistenti ai carbapenemi che si associano ad un eccesso di mortalità rispetto ai batteri sensibili assolutamente preoccupante. Questa emergenza riguarda anche i nuovi farmaci a cui questi microrganismi diventano velocemente resistenti e la loro capacità di mutarsi è molto più rapida rispetto alle risorse che il sistema riesce a mettere in campo. Per tale ragione è importante ricostruire la cultura dell’infection control, persa durante la fase pandemica. La condivisione dei dati, del place in therapy di un nuovo antibiotico sono tutti fattori che possono aiutare nel controllo delle infezioni e per tale motivo la redazione delle schede prescrittive cartacee di AIFA sono strumenti fondamentali che permettono analisi Real Life sul corretto uso degli antibiotici innovativi.
A seguire vi è stato il confronto tra farmacisti ospedalieri in questo ambito ma in diverse realtà: USA, Germania ed Italia. Il Dr. A. L’Altrelli, Direttore di Farmacia presso l’Università di Pittsburg, spiega come il ruolo del farmacista non debba essere limitato alla preparazione e alla distribuzione dei farmaci, al contrario è fondamentale concentrarsi su ciò che aggiunge valore ai pazienti e al sistema; ma come? Oggi, il valore che crea il farmacista non può essere basato solo sui risultati finanziari o di qualità ma ci deve essere un’interazione di entrambi gli aspetti. A Pittsburg hanno combinato queste basi per concentrarsi su un modello che soddisfi questi concetti attraverso il monitoraggio del farmaco eseguito direttamente dal farmacista al fine di garantire il dosaggio ottimale del farmaco per ridurre al minimo il rischio di effetti collaterali. Tre i modelli principali che consentono di calcolare in modo preciso la dose del farmaco ma di questi nessuno aveva la possibilità di modificare il dosaggio anche in base alle informazioni del singolo individuo, pertanto, ad oggi viene utilizzato un modello statistico Bayesian che permette di ridefinire il calcolo in base anche all’età, al peso e al sesso del paziente. Il Dr. S. Amann, farmacista dirigente del “Munich Municipal Hospital Group”, invece mostra come in Germania il farmacista ospedaliero si occupi di informare e formare gli operatori sanitari attraverso anche l’uso di pagine web aziendali in cui sono vengono messe a disposizione linee guida nazionali ed internazionali per un corretto uso dell’antibiotico, o programmi che permettano di modificare il dosaggio in caso di insufficienza renale. Un altro stratagemma sono le richieste ad hoc che gestisce il farmacista ospedaliero che permette un monitoraggio stringente sull’appropriatezza prescrittiva. Infine, l’esperienza italiana presentata dalla Dr.ssa F. Vivaldi, dirigente farmacista dell’Azienda ASL Toscana Nord-Ovest, che ricorda alcune importanti iniziative SIFO quali editoriali, FAD, corsi residenziali, e survey per informare, formare, ed aggiornare la comunità scientifica. La Dr.ssa racconta come in Italia la figura del farmacista ospedaliero sia al centro del team per l’antibiotico resistenza insieme alle altre figure sanitarie: dal controllo delle prescrizioni attraverso la richiesta motivata, dal reperimento degli antibiotici stessi visto il periodo di estreme carenze e indisponibilità che mettono a dura prova il sistema. Inoltre, grazie alle schede di prescrizione AIFA è possibile effettuare dei monitoraggi ad hoc su determinate categorie terapeutiche e determinate indicazioni che permettono anche al team del controllo per le infezioni ospedaliere di valutare l’andamento delle resistenze nei vari reparti ospedalieri.
Denise Bazzani